Capitolo 3: Sibi al cantiere edile

L’ambulanza con Sibi a bordo sfrecciava attraverso le strade della città, con la sirena che squarciava l’aria
tranquilla del pomeriggio, Marco, il soccorritore, guidava con abilità, mentre la dottoressa Rossi si
preparava per l’emergenza imminente. Sibi, agganciata in modo sicuro, vibrava di anticipazione, la
chiamata era arrivata solo pochi minuti prima: un uomo, in un cantiere edile, aveva avuto un grave attacco di asma a causa della polvere e dei detriti.

Ogni secondo contava, quando l’ambulanza arrivò sul posto, la scena era caotica, operai si erano radunati intorno al loro collega, un uomo di mezza età che lottava disperatamente per ogni respiro. ”

Stiamo arrivando!” gridò la dottoressa Rossi, mentre Marco apriva il retro dell’ambulanza e afferrava Sibi.

L’uomo era pallido, il suo petto si sollevava e abbassava in maniera irregolare, Marco posizionò rapidamente Sibi accanto a lui e la dottoressa Rossi iniziò ad applicare la maschera di ossigeno sul volto dell’uomo. “Siamo qui per aiutarti,” disse la dottoressa Rossi con voce calma, ma ferma. “Respira profondamente, ti daremo ossigeno.” L’uomo, con gli occhi spalancati dal panico, annuì debolmente. La dottoressa Rossi aprì la valvola di Sibi, e un flusso costante di ossigeno iniziò a fluire nella maschera.

Gradualmente, l’uomo iniziò a respirare più facilmente, il suo viso recuperando un po’ di colore, Sibi si sentiva come se tutto il suo essere fosse concentrato in quel flusso vitale, ogni molecola di ossigeno che usciva da lei era un dono di vita, un sostegno nel momento del bisogno. “Sta andando meglio,” annunciò la dottoressa Rossi, dopo alcuni minuti. “L’attacco sta cedendo. L’ossigeno lo sta aiutando a stabilizzarsi.” L’uomo, ora in grado di respirare più liberamente, mormorò un ringraziamento, gli occhi ancora fissi sulla figura rassicurante di Sibi.

Mentre l’ambulanza lo trasportava all’ospedale per ulteriori controlli, Marco guardò Sibi e disse, “Hai fatto un ottimo lavoro oggi.” Sibi non poteva parlare, ma se avesse potuto, avrebbe detto che era stata la sua missione, il suo scopo, era stata più di una semplice bombola di ossigeno; era stata un salvatore, una fonte di speranza.

E così, mentre l’ambulanza attraversava la città, Sibi si sentiva piena di un nuovo senso di scopo, aveva aiutato a salvare una vita oggi, e c’erano molte altre missioni che l’attendevano. Era solo l’inizio della sua avventura.

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