Il pulsossimetro è un dispositivo medico che misura la quantità di #ossigeno nel sangue di una persona, è stato inventato da Glenn Allan Millikan negli anni ’30, ma è stato perfezionato solo negli anni ’70, il suo utilizzo è molto semplice: si posiziona sulla punta del dito e in pochi secondi mostra la percentuale di saturazione di ossigeno nel sangue.

L’importanza del pulsossimetro è fondamentale in molte situazioni cliniche, come ad esempio nell’assistenza ai pazienti affetti da malattie respiratorie, per controllare il livello di ossigeno durante l’esercizio fisico, per monitorare i pazienti in sala operatoria e in terapia intensiva.
Inoltre, il pulsossimetro è anche utilizzato da atleti professionisti per monitorare i loro livelli di ossigeno durante l’allenamento e la competizione.
Il suo utilizzo è così diffuso che oggi si trovano pulsossimetri portatili anche nei negozi di articoli per il fitness e per la salute.
In conclusione, il pulsossimetro è uno strumento indispensabile nella pratica medica, ma anche per il monitoraggio della salute personale, e la sua utilità non può essere sottovalutata.

Ecco una tabella che riassume il range di valori di misurazione di un pulsossimetro: Saturazione di ossigeno nel sangue Condizioni
95-100% Normale, non ci sono problemi di ossigenazione del sangue
90-94% Basso, possono essere presenti problemi di ossigenazione del sangue
85-89% Molto basso, c’è una grave compromissione dell’ossigenazione del sangue
< 85% Pericoloso, situazione di emergenza che richiede un’azione immediata per ripristinare i livelli di #ossigeno nel sangue
È importante notare che questi valori possono variare leggermente in base al tipo di pulsossimetro utilizzato e alle condizioni individuali del paziente. In caso di dubbi, è sempre meglio consultare un medico.